Pelle di squalo e occhi di madreperla, le mani di pietra e i volti scolpiti dal vento; i pescatori di Stromboli, un prezioso patrimonio umano tutto da scoprire
Basta scendere sulla spiaggia di Scari per conoscere o soltanto osservare i pescatori di Stromboli, uomini semplici ma carismatici che in estate e inverno, pescano lungo le acque intorno all’isola per passione e per guadagnarsi da vivere. Questi uomini di mare portano avanti una tradizione marinara ultracentenaria, infatti nell’ottocento sull’isola si costruivano imbarcazioni e si forgiavano marinai che facevano il giro del mondo imbarcandosi sulle grandi navi dell’epoca.





















Stromboli, l’arte antica della marineria
L’ ottocento a Stromboli fu un secolo importante, perchè a quel tempo l’isola viveva il pieno sviluppo economico, coltivando, pescando e esportando i propri prodotti.
In quell’epoca d’oro grazie a esperti Maestri d’ascia si costruivano imbarcazioni sia per la piccola pesca ma anche per la lunga navigazione come le Tartane , imbarcazioni ad un albero lunghe 15 metri che garantivano la navigazione a vela lungo tutta la costa Tirrenica e Adriatica, ma anche verso la Sicilia la Sardegna e l’isola di Malta. Queste Tartane governate da esperti marinai esportavano i prodotti dell’isola quali malvasia, capperi, olive e pesce salato ed importavano principalmente grano, legumi ed olio.




Le pescatrici delle Eolie
A Stromboli inoltre come in altre isole delle Eolie erano famose le pescatrici,si riconoscevano da lontano questi equipaggi tutti al femminile perché erano solite remare con la poppa in avanti. Queste meravigliose creature talvolta portavano i figli neonati in mare allattandola anche durante il tragitto di pesca.
I miei nonni pescatori
I miei nonni materni erano entrambi pescatori e si conobbero durante delle battute di pesca nelle Eolie.
Una volta sposati (Stromboli 1947) pescavano spesso insieme.
Mia nonna mi raccontava che spesso la notte uscivano in mare per pescare con la lampara , e che erano costretti a lasciare mia zia più grande a badare ai fratelli e sorelle per non morire di fame,m perchè in quegli anni la vita a Stromboli era molto dura.
Mia nonna Filippa Alessi remava tutta la notte lungo l’isola mentre mio nonno Vincenzino Utano pescava; questo fino agli anni ’60, perchè in quegli anni aprirono la Locanda del Pescatore a Scari (dove abita mia madre adesso), una semplice pensioncina di sole due stanze dove Filippa cucinava agli ospiti il pesce appena pescato da mio nonno Vincenzo.
Trascorsero tutta la vita insieme fino alla morte, crescendo 5 figli, vivendo sempre nel rispetto e nell’amore del mare, dell’isola e della famiglia.









La pesca a Stromboli
Adesso a Stromboli si pratica la pesca con piccoli gozzi di legno di circa 4/5 metri spinti a motore (quando funziona, altrimenti a remi) utilizzando reti, nasse e conzi. Fino agli anni 60 invece si praticava ancora la pesca all’Alalunga con le bellissime“Palamitare”, gozzi di legno lunghi 10 metri e spinti a remi da equipaggi numerosi.
Oggi i pescatori di Stromboli osservano una pesca sostenibile in piena sintonia con l’ambiente che li circonda , custodi di scrigni pieni di esperienze vissute e tramandate nel tempo.
Stromboli 1952 – Le Palamitare – Foto di Daniel Holzer



