“Il sole estivo rende abbacinante questo mosaico di piccoli cubi contro l’azzurro cupo del mare.
Molte delle porte di Stromboli sono sprangate, e le case disabitate; dall’inizio del secolo la popolazione dell’isola si è ridotta, da 5.000 a 500 abitanti.
L’Australia, la Nuova Zelanda, gli Stati Uniti sono i paesi di emigrazione degli stromboliani, lontano dalla loro terra perennemente ballerina.
La maggiore percentuale della corrispondenza smistata all’ufficio postale di Stromboli giunge o è destinata oltre oceano.
Il Paesaggio
Le case bianche, i tabernacoli, qualche mulino a vento, i fichidindia, Strombolicchio, la lava costituiscono gli elementi ricorrenti dello scarno paesaggio dell’isola”
“Il nero di Stromboli è profondo, desolato, quasi sontuoso talvolta; specialmente la sera con le nuvole color rosa e madreperla.
Per contrasto ogni casa è bianca, bianchissima.
L’architettura è la stessa di quella delle case di Panarea, ma l’insieme, non so come, è triste.
Viene da pensare a degli ossi: ossi fra tizzoni smisurati di pietra.
L’isola
E poi l’isola va lentamente ma sicuramente spopolandosi.
Dalle parecchie migliaia di abitanti di alcuni anni fa si è scesi alle poche centinaia di oggi.
Intere borgate sono deserte; ogni casa appartiene a qualcuno che sta in Australia od in America e che forse ha dimenticato questa proprietà sulla terra riarsa dell’isola.
Infatti uno degli spettacoli più impressionanti di Stromboli ( e di tutte le Eolie ) è quello della Città Morta.
Proseguendo oltre San Vincenzo si raggiunge Piscità, un lungo borgo di casette cubiche e bianche costruite su delle rocce nere e aguzze e che, a suo tempo, doveva ospitare tre o quattrocento persone.
Oggi ne restano una decina: dei vecchi, qualche ragazza, alcuni bambini.
Il posto degli uomini è preso dai gatti e dal silenzio.
Il dramma tellurico di Stromboli non è solo boati e fiamma ossidrica, è qualcosa di umano; gli uomini, le loro case, le loro vicende sono legate indissolubilmente ai vecchi carboni neri del monte…”
Queste le immagini e le impressioni di Alfredo Camisa https://alfredocamisa.it/ che sbarcò a Stromboli nel 1960, fotografie e didascalie che furono pubblicate in quello stesso anno nella collana “Italia Nostra” nel numero dedicato ” Lo stretto di Messina e le Isole Eolie”